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Allenamenti fai da te: come evitare gli infortuni

Durante questo primo anno di pandemia, boom di allenamenti fai da te, ma anche di infortuni. Runner improvvisati e occasionali, spesso incorrono in fratture da stress. Suggerimenti e consigli per evitarli.

Storia di un giovane runner improvvisato e della sua frattura da stress al femore

La pandemia da Covid-19 ha radicalmente modificato non solo le nostre abitudini, ma anche il nostro stile di vita.

Chi nel 2020 si era ripromesso di iniziare a fare attività fisica si è trovato davanti uno scenario inaspettato: palestre e centri sportivi chiusi.
E tutti gli sportivi e i frequentatori dei campi da gioco e delle palestre hanno provato un senso di frustrazione che chi non pratica sport non può capire.

Attività fisica e covid-19: come abbiamo reagito?

Secondo un report di Sport e Salute, quattro italiani su dieci si sono dichiarati attivi, praticando regolarmente attività fisica o sportiva più volte a settimana.

Tra le attività all’aperto, ecco le più gettonate: camminata veloce (57%), bicicletta (27%) e corsa (20%). Altri, invece, si sono cimentati in attività ginniche domestiche, seguendo videocorsi online etc.

Tutto questo dimostra la straordinaria capacità degli esseri umani di adattarsi agli improvvisi mutamenti sociali, ma è importante fare attenzione a certi effetti collaterali.

Boom di allenamenti fai da te e di infortuni

In questo anno si è verificato un aumento di alcuni tipi di infortuni, in particolare le fratture da stress: piccole rotture incomplete delle ossa dovute a sollecitazioni ripetute più che a un vero e proprio trauma.
Vi spiegherò il meccanismo di questo tipo di infortuni e come evitarli, attraverso una storia particolarmente emblematica.

Antonio è un ragazzo di 28 anni che non ha mai fatto sport con continuità, tranne qualche partita a calcio a 5 insieme ai suoi amici prima della pandemia.
Durante l’estate vuole rimettersi in forma e inizia a farsi la sua corsetta per tre giorni di fila, percorrendo circa 8 chilometri al giorno.

I suoi buoni propositi sono presto interrotti da un dolore lancinante all’inguine ogni volta che mette il peso sulla gamba. Nei giorni successivi, il dolore non passa e non risponde bene agli antidolorifici comuni.

Antonio decide di fare degli esami diagnostici che riporteranno una frattura da stress del femore: dovrà usare le stampelle per i seguenti 40 giorni e dovrà intraprendere un percorso riabilitativo fino alla completa guarigione della frattura.

È possibile una frattura del genere in un ragazzo così giovane?
Se anche voi ve lo state chiedendo, sarò felice di spiegarvi cosa è successo.

Il tessuto osseo: un breve ripasso

L’osso è una struttura complessa e resistente con un’architettura che permette allo stesso momento di essere tanto elastico da assorbire e resistere a parecchi traumi.

Al suo interno (osso trabecolare o spugnoso) vi è un sistema di trabecole che lo rende più elastico e meno fragile. Queste trabecole non sono costanti in numero e dimensioni, ma si rimodellano a seconda di diversi fattori come: sesso, età, presenza o meno di alcune malattie e tipo di allenamento svolto.

Allenamento vs sedentarietà

L’allenamento è un toccasana per l’osso perché lo stimola a formare nuove trabecole, quindi una struttura resistente al carico, mentre la sedentarietà dà uno stimolo inverso.
Se un soggetto non allenato vuole rimettersi in forma deve considerare questo aspetto particolarmente importante: il suo osso è impoverito dallo stile di vita precedente.

È necessario dare all’osso il tempo biologico per poter produrre una architettura interna che possa tollerare i carichi, altrimenti rischia di collassare su se stesso nei punti di maggior applicazione delle forze compressive.

Qual è stato l’errore di Antonio?

L’incremento improvviso e sproporzionato dell’attività fisica!

Per evitare di fare la stessa fine di Antonio, ecco qualche suggerimento utile:

– iniziate a percorrere pochi chilometri a settimana;

aumentate gradualmente e con un programma di allenamento che abbia degli obiettivi

– abbinate anche esercizi a corpo libero, come squat e affondi, e poi nel tempo potete aumentare il carico.

Le vostre ossa ringrazieranno, purché facciate le cose con criterio e gradualità!

Consigli per chi faceva altri sport e ora va a correre 

Vorrei aggiungere una piccola nota anche per coloro che facevano sport acquatici o sala pesi e che poi hanno virato verso la corsa. La regola di iniziare gradualmente vale sempre.
Come già spiegato sopra, l’organizzazione interna dell’osso dipende anche dal tipo di attività fisica che si svolge:

– la sala pesi allena l’osso ai carichi compressivi ma non alla capacità di resilienza, ovvero la capacità di resistere ad urti improvvisi in una piccola unità di tempo, come avviene nella corsa;

– il nuoto è invece un’attività a gravità facilitata quindi, lo stimolo in carico è praticamente inesistente. In tal caso, prendete confidenza gradualmente con la terraferma.

Conclusioni

Come dico sempre ai miei pazienti, l’attività fisica quotidiana, controllata e adeguata alle proprie capacità, è il miglior farmaco che ci si possa auto-somministrare.

Per concludere, ecco qualche raccomandazione utile:

evitate allenamenti improvvisati, se non siete esperti;

rivolgetevi a professionisti come fisioterapisti o personal trainer che realizzeranno un programma di lavoro su misura per voi.

Se questo articolo vi è piaciuto, sui miei canali social trovate tanti consigli e argomenti sulla fisioterapia associata ad uno stile di vita sano.

La salute è anche nelle nostre abitudini e nello stile di vita che conduciamo.


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